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lunedì 3 marzo 2008

Sos Orche


Il Wwf lancia l’allarme chimica al polo Nord

Roma, 19 dicembre – Allarme chimica al Polo Nord. L'Artico risulta una bomba tossica e a farne le spese sono le orche, che si aggiudicano il primato dei mammiferi maggiormente contaminati. L'Sos è stato lanciato dal Wwf, che ha reso noto i risultati inediti della ricerca condotta dall'Istituto Norvegese Polare (NPI).
Ricerche precedenti conferirono questo “onore” all'Orso polare, ma uno studio più recente rileva che le Orche hanno persino livelli più alti di pcb, pesticidi e di un ritardante di fiamma bromurato. I risultati si basano su campioni di tessuto adiposo sottocutaneo prelevati da Orche nel Tysfjord, un fiordo nella Norvegia artica. “Questo recente studio sulle Orche riconferma - ha detto Brettania Walzer, responsabile tossicologo per il Wwf Programma Internazionale Artico - che l'Artico è attualmente un serbatoio tossico. Il Consiglio dei ministri europeo deve accordarsi per la sostituzione di tutte le sostanze chimiche dannose con alternative più sicure ogni qualvolta queste siano disponibili”.
Di rilievo, per quanto riguarda le Orche, il ritrovamento di un ritardante di fiamma bromurato, perché, spiega il Wwf, diversamente dai pcb e dei pesticidi più nocivi, i ritardanti di fiamma bromurati più rischiosi non sono comunemente proibiti. Tali composti possono influenzare le funzioni neurologiche degli animali, il comportamento e la riproduzione. E tracce di questa sostanza sono state trovate anche nei test del sangue effettuati dal Wwf nell'ambito della sua campagna “Svelènati”.
“Le Orche norvegesi possono essere considerate - ha spiegato Hans Wolkers, ricercatore del NPI - come indicatori dello stato di salute del nostro ambiente marino. Gli elevati livelli di contaminanti sono molto allarmanti e mostrano chiaramente che i mari artici non sono puliti quanto dovrebbero essere, cosa che, in particolare, coinvolge gli animali al vertice della catena alimentare”, come le Orche che accumulano sostanze tossiche dalle specie predate.
Tali sostanze nocive si accumulano nel grasso sottocutaneo e in altri tessuti adiposi. Le Orche possono vivere fino a 40 anni e la loro longevità aggrava il rischio chimico. I livelli di sostanze chimiche tossiche aumentano lungo la catena alimentare, con un processo chiamato bioaccumulo, e sono più elevati per i predatori al vertice, come l'Orso polare. Le Orche possono muoversi a 50 km l'ora ed effettuare spostamenti di 120-160 km al giorno. I maschi raggiungono le sei tonnellate, le femmine arrivano fino a cinque. Il 70% dei grassi va nel latte e da qui l'allarme chimico si diffonde ai piccoli.
“La contaminazione delle Orche evidenzia - secondo Helen Bjornoy, ministro norvegese per l'ambiente - il risultato di un uso insostenibile di sostanze chimiche a livello internazionale. Si tratta di una delle più grandi minacce ambientali a livello mondiale. E' imperativo che Reach diventi uno strumento per fermare l'utilizzo delle sostanze chimiche più pericolose”.
E sulla scia della ricerca norvegese, il Wwf ha annunciato un nuovo monitoraggio, che ha preso il via a novembre, sulle Orche per valutare la presenza anche di un altro ritardante di fiamma bromurato chiamato deca-BDE, utilizzato nei materiali elettrici e rivestimenti domestici come i tappeti. I risultati sono attesi per il 2006.

mercoledì 20 febbraio 2008

Orche, le strateghe dei mari

Alcune orche dell’Antartide utilizzano una tattica molto scaltra per cacciare in gruppo: nuotando rapidamente creano delle poderose onde, in grado di scalzare dalla superficie delle placche di ghiaccio le foche, le loro prede favorite.
Questo tipo di comportamento fu osservato per la prima volta nel 1979, ma fu considerato come un fatto isolato e legato a un’unica orca. Ora, invece, Ingrid Visser dell’Orca Research Trust (Nuova Zelanda) è stata in grado di osservare altri sei comportamenti di caccia del tutto simili a quello registrato nell’ormai lontano 1979.
Le orche osservate da Visser e il suo team cacciano isolando le loro prede su sottili piattaforme di ghiaccio. Dopodiché, nuotando in formazione, creano una forte onda in grado di spazzare in acqua gli animali che avevano trovato rifugio sulla placca di ghiaccio. A questo punto le prede non hanno più scampo dalle possenti mandibole delle orche.

Un comportamento di questo tipo è stato unicamente osservato nella Penisola Antartica e in nessun’altra parte del mondo. I risultati dell’interessante ricerca sono stati da poco pubblicati sulla rivista scientifica Marine Mammal Science, che raccoglie articoli di etologi, naturalisti e biologi sui cetacei.
Le orche hanno da sempre incuriosito i ricercatori per le loro strategie di caccia. Nel 1970 alcuni etologi osservarono per diverso tempo un’orca che aveva elaborato una machiavellica strategia di caccia. Giunto sulle coste dell’Argentina, il grande mammifero marino fingeva di essersi arenato a pochi passi dalle spiagge. La visione del pericoloso animale in difficoltà rendeva meno inquiete le foche, che proseguivano così la spola tra la spiaggia e le acque dell’oceano. Quando una foca era sufficientemente “a tiro”, l’orca si animava improvvisamente mordendo al collo la propria preda per poi scivolare rapidamente sott’acqua. Il mammifero marino riusciva a coordinare le proprie battute di caccia con le maree, così da non rischiare mai l’effettivo spiaggiamento.

Le orche sono animali estremamente intelligenti e, secondo la ricerca di Visser, sarebbero in grado di insegnare con dedizione alle nuove generazioni le tecniche di caccia più efficaci, compresi i trucchi del finto spiaggiamento e dell’onda per travolgere le prede sulle placche di ghiaccio.


Scritto da anecòico

sabato 16 febbraio 2008

Tecniche di caccia

Le orche sono animali fortemente sociali, e la caccia coinvolge tutto il gruppo. Il tipo di prede dipende dalle abitudini del gruppo: popolazioni dette residenti, sono stanziali e si nutrono essenzialmente di pesci; le transienti invece cacciano soprattutto mammiferi marini come foche, leoni marini e addirittura cuccioli di balene. Durante la caccia le transienti diventano molto silenziose, per cogliere di sorpresa le loro prede, ma l'attacco è ben coordinato e ogni individuo ha un preciso ruolo. Rientrano nella loro dieta anche pinguini e altri uccelli marini.

Alcune popolazioni hanno sviluppato delle tecniche peculiari di caccia. Ad esempio le orche argentine si radunano in febbraio di fronte alle spiagge dove si riproducono i leoni marini per cacciare i cuccioli ancora inesperti. La tecnica è semplice: un individuo nuota di fronte alla spiaggia con la pinna dorsale ben visibile sopra la superficie del mare facendosi quindi notare, un altro individuo tenendosi sott'acqua, incrocia dalla direzione opposta. Se ci sono cuccioli distratti che riposano sulla battigia, l'orca che si è tenuta nascosta, con una impressionante rapidità, nuota verso la spiaggia cercando di catturare la preda. In ques'impresa l'animale si spiaggia, ma con decisi movimenti del corpo scivola indietro riguadagnando il mare e portando con se l'eventuale preda.

mercoledì 23 gennaio 2008

L'Orca

Fino ad oggi abbiamo parlato molto in generale del più temibile e feroce ma anche il più affascinante cetaceo che possiamo trovare negli oceani e mari di tutto il mondo: L'Orca (Orcinus orca).
Io non sono nè una scienziata nè una biologa, ma soltanto un'amante di questi cetacei quindi proverò a spiegarvi più in dettaglio la morfologia, il carattere e il comportamento di questo magnifico animale.
Come prima cosa, iniziamo con il dire che è un animale appartenente alla classe Mammiferi, ordine Cetacea, sottordine Odontoceti appartenente alla famiglia dei Delphinidae, il suo nome scientifico è Orcinus orca e viene chiamato comunemente Orca. La su classificazione risale al 1758 grazie a Linneo.


Cominciamo con il dire che l’Orca è uno dei più grandi predatori marini: può raggiungere i nove metri di lunghezza e le cinque tonnellate di peso. È uno dei cetacei più veloci e resistenti, capace di fare apnee molto lunghe a profondità notevoli (1000m).

Ha una corporatura massiccia, possente e muscolosa; la sua colorazione a panda è inconfondibile: nero brillante sul dorso e bianco candido sul ventre con una netta linea di demarcazione; Presenta una macchia temporale bianca dietro gli occhi e una striscia dietro la pinna dorsale chiamata sella, diversa per ogni Orca e consente agli scienziati di identificare i singoli esemplari; anche la faccia inferiore della coda è bianca.

Alla nascita la colorazione bianca appare gialla o arancio e mantiene questa colorazione fino ad un anno di età. Le Orche hanno un dimorfismo sessuale, infatti, maschi e femmine differiscono nella figura e formato del corpo. La prima differenza si presenta nel periodo della pubertà (tra i 10 e i 15 anni) quando i tassi di accrescimento maschili aumentano e le appendici (pinne pettorali, la pinna caudale e la pinna dorsale) cominciano a ingrandirsi.

Come adulto, il maschio può pesare quasi il doppio della femmina, fino a 6 tonnellate o più, benché possano soltanto essere alcuni piedi più lunghi. Mentre le differenze nel formato sono maggiori. La pinna dorsale è una delle caratteristiche più evidenti: nei maschi è alta fino a 1,8 m e ha un profilo triangolare; nella femmina, invece, la pinna raggiunge al massimo i 90 cm ed ha una forma falcata.

Il formato della pinna dorsale del maschio rispetto alla dimensione corporea è il più grande nei cetacei, ed è relativamente grande anche per le femmine.

Le altre appendici, le pinne pettorali e le alette della pinna caudale, inoltre differiscono fra i maschi adulti e le femmine. Sia le pinne pettorali che le alette della coda del maschio sono sproporzionatamente più grandi che nelle femmine. Nel maschio la grandezza delle alette della pinna caudale sembra essere più uno strumento di locomozione, dato che nei maschi più grandi le alette della pinna caudale cominciano ad arricciarsi verso il basso perdendo così alcune delle loro capacità nel nuoto.

Questo mammifero ha 40 – 50 denti robusti disposti su due arcate.

Come abbiamo detto, l’Orca è un delfinide cosmopolita perchè è in grado di vivere davvero ovunque, a tutte le latitudini e ad ogni profondità ed essendo il cetaceo più diffuso la si può trovare in tutti gli oceani del mondo.

Durante l'estate l’Orca giunge verso la banchisa polare, a sud o a nord, dove caccia fra i banchi di ghiaccio galleggianti, infatti sembra prediligere le zone costiere e le acque più fredde dove la varietà di prede è maggiore.

Le popolazioni maggiormente studiate sono quelle canadesi, norvegesi e della Patagonia.

La popolazione di Orche Norvegesi, si ciba principalmente di pesci ed è facile osservarla tra novembre e dicembre nel Nord Atlantico, dove, ogni inverno, le aringhe si trasferiscono nelle acque profonde e fredde dei fiordi per rallentare il loro metabolismo e preservare le energie prima di migrare 1000 chilometri più a Sud, dove deporranno le uova. Le Orche della Norvegia sono simili a quelle del Canada le quali si cibano di salmoni. Ogni branco ha un leader che è la femmina più anziana, la prole composta da giovani maschi e femmine restano nel gruppo, mentre i maschi adulti, talvolta, abbandonano il branco anche se talvolta possono ritornare ed essere nuovamente accettati. Analoga gerarchia è adottata dalle orche della Columbia Britannica, queste, come abbiamo detto, si cibano di salmoni che catturano durante il periodo di bassa marea. Talvolta gli animali più esperti emergono con il salmone in bocca ed invece di mangiarlo lo cedono ai più giovani. Una delle loro prede preferite, oltre ai salmoni, sono le balenottere minori.

A differenza di quelle Norvegesi e quelle Canadesi, le Orche della Patagonia adottano diversi modi di cacciare; infatti alcuni esemplari, molto spesso i maschi, si spingono addirittura sulla spiaggia per catturare i cuccioli di Otaria, ed una volta catturata la preda, la porta alla femmina ed ai piccoli che lo attendono al largo. Quest’ultimi, prima di cibarsene, giocano con il pinnipede, seguendo forse una lezione di apprendimento delle tecniche che dovranno eseguire in futuro.

Le Orche non sono tutte uguali, ma si distinguono in due grandi gruppi: Orche residenti e Orche Transienti. Le Orche residenti sostano tutto l'anno in una zona ben precisa, spesso vicino costa, formando gruppi familiari numerosi (detti Pod) a gerarchia matriarcale. Mostrano un’elevata curiosità verso l'uomo, avvicinandosi spesso alle barche e sollevando il muso in modo da osservare ciò che accade oltre il pelo dell'acqua (spyhopping). Sono inoltre capaci di grandi balzi fuori dall'acqua, che vengono usati per intimorire le prede, per stordirle, ucciderle, ma anche per puro divertimento e gioco.

Le Orche transienti invece si spostano molto, nuotando negli oceani, muovendosi singolarmente o in piccoli gruppi spesso composti da individui maschi.


martedì 15 gennaio 2008

lunedì 7 gennaio 2008

venerdì 4 gennaio 2008

Le Orche nel cinema


Free Willy - Un Amico Da Salvare (Free Willy)

Cast Lori Petty, Jayne Atkinson, August Schellenberg, Michael Madsen, Michael Bacall, Michael Ironside, Merrilyn Jones, Isaiah Malone

Regia Simon Wincer

Sceneggiatura Corey Blechman

Data di uscita 1993

Genere Family/Avventura

Trama

Sul nostro pianeta convivono due mondi diversi. Uno è quello della terraferma. L'altro prende le sconfinate profondità degli oceani: a volte questi due universi si incontrano. C'è Willy. Alienata, piena di rabbia, antisociale, aggressiva. E c'è Jesse. Sono simili, benché Willy sia un'orca di quasi sette metri, e Jesse un ragazzo di dodici anni. Catturata e rinchiusa in una vasca nello squallido Northwest Adventure Park, Willy si mostra ostile e determinata a non eseguire gli esercizi che l'avido proprietario del parco pretende da lei. Sottratto alla madre e affidato a una serie di tutori, Jesse vive sulla strada. Una notte viene acciuffato dalla polizia mentre riempie di graffiti il Northwest Adventure Park e si trova costretto a scegliere tra due alternative: andare a vivere con due nuovi genitori adottivi, oppure finire in un riformatorio. Tra le due possibilità, sceglie il male minore. Ma Jesse non può prevedere che farà amicizia con un'addestratrice di animali e con Willy. Tra i due si instaura un legame di affetto e di fiducia. Jesse scopre che deve a tutti i costi fare affidamento sulle sue forze, sulla sua prontezza di spirito e sull'aiuto dei suoi amici per tentare di liberare Willy!


Free Willy 2 (Free Willy 2: the Adventure Home)


Cast Jayne Atkinson, Francis Capra, Michael Madsen, Elizabeth Pena, August Schellenberg, John Considine, Steve Kahan, Neal Matarazzo


Sceneggiatura Corey Blechman, Karen Janszen, John Mattson


Data di uscita 1995

Genere Avventura

Trama

Il quindicenne Jesse, che vive con Glen e Annie Greenwood, i genitori adottivi, riceve un giorno una ben triste notizia: la madre, che viveva lontano e che dall'infanzia non ha più rivista, è morta. Lo sconforto del ragazzo si inasprisce, perchè un ignoto fratellastro, Elvis, appena undicenne, d'ora in poi vivrà in casa con lui. Elvis ha un carattere pungente, ma la vita in campeggio sotto la tenda lenisce ogni dolore, tanto più perchè Jesse ha individuato nel branco delle "orche assassine" il suo amico Willy, il balenottero che ora con la madre Zampa di Gatto, il fratello Puntino e la sorella Luna nuota insieme agli altri cetacei, liberi e felici, in una splendida cala del Pacifico sud-orientale. Due anni prima Jesse e Willy (allora in un acquario cittadino) erano diventati amici e il ragazzo, dopo averlo addestrato, gli aveva dato la libertà in mare. Al campeggio la vita scorre lieta: Jesse ha ritrovato Nadine, la coetanea figlioccia di Randolph Johnson (l'anziano indiano possessore di un battello e grande conoscitore delle orche) ed anche il fratellastro si diverte ai richiami che Jesse fa con la sua armonica, per stimolare tuffi e buffonerie acquatiche del bestione bianco-nero. Improvvisamente la beleniera Daka va ad urtare contro le rocce della cala e il petrolio ne fuoriesce. L'inquinamento è grave e l'avvenire delle orche appare segnato. Luna deve essere bloccata in acqua per subire da parte della biologa Kate Haley iniezioni protettive, in quanto è rimasta a lungo invischiata nella macchia nera ed oleosa. L'operazione è difficile, perchè ora Willy la difende e se la prende con tutti. Anche l'indiano ricorre a radici misteriose, ben note ai suoi antenati. Intanto la società proprietaria della beleniera coltiva un progetto di sfruttamento delle orche a fini di lucro: ma in un bar Elvis ha sentito parlare gli interessati dell'infame progetto e ne informa Jesse. E Jesse malgrado tanti tecnici arrivati sul posto e tanti mezzi impiegati, tenta di salvare i suoi amici marini. Aiutato da Nadine e da Elvis, saliti con lui a bordo di un motoscafo, il ragazzo guida le orche verso la macchia di petrolio che, nel frattempo, ha preso fuoco: il branco rotto il recinto riesce a superare il blocco; Nadine ed Elvis sono salvati da un elicottero della Guardia Costiera, mentre Jesse semisoffocato da fumo e da esalazioni è salvato proprio dal suo fedele amico Willy, che lo porta sul dorso al di là della barriera di fiamme. L'amicizia tra il ragazzo e il balenottero si è confermata validissima ed anche l'affetto tra i due ragazzi si è fatto intenso, perchè ogni asprezza è caduta, quando il piccolo, commosso, dona a Jesse la foto spiegazzata della madre morta, assicurando al fratello maggiore che lei amava tutti e due.



Free Willy 3: Il Salvataggio (Free Willy 3: the Rescue)




Cast Vincent Berry, August Schellenberg, Annie Corley, Patrick Kilpatrick, Peter Lacroix, Tasha Simms, Ian Tracey, Matthew Walker

Regia Sam Pillsbury



Sceneggiatura John Mattson

Data di uscita 1997


Genere Avventura
Trama

Jesse e il balenottero Willy si erano incontrati quando entrambi erano piccoli e fra loro era nato uno speciale rapporto d'amicizia. Oggi Jesse ha diciassette anni e il suo vecchio maestro Randolph gli ha procurato un lavoro estivo su una nave da ricerche oceaniche che segue la rotta delle balene per cercare di capire i motivi della decimazione delle orche. Vicino a Jesse vive Max, un ragazzino di dieci anni: il papà possiede un peschereccio e gli comunica che finalmente lo porterà con se alla prossima battuta di pesca. Durante il viaggio però Max scopre che il padre e i suoi soci sono in realtà cacciatori di balene che uccidono per conto di commercianti senza scrupoli. Jesse e Max si incontrano, diventano amici e decidono di provare a salvare Willy e tutto il resto del branco. Numerosi ostacoli si sovrappongono alla loro azione. Max, in particolare, deve trovare dentro di sé il coraggio per affrontare il padre, mettersi in contrasto con lui e disobbedirgli. Ma alla fine la ragione prevale, il peschereccio rinuncia alla caccia e Jesse ha una nuova conferma dello straordinario rapporto che lo lega a Willy, del quale ora è diventato amico anche Max.



NAMU, THE KILLER WHALE

Un uomo di scienza si prende cura di un cetaceo.

Un biologo mette in salvo Namu un'orca ferita da un insensibile pescatore. Lo scienziato ben presto si accorge che il cetaceo non è poi così cattivo, anzi è dotato di una spiccata intelligenza. Il pescatore, però, non si dà per vinto...








Titolo Originale
: ORCA-KILLER WHALE

Regia
: Michael Anderson

Interpreti
: Richard Harris, Charlotte Rampling, Bo Derek Durata: h 1.32
Nazionalità: USA, Olanda 1977
Genere: avventura
Al cinema nel Giugno 1977

Trama
Nolan, un capitano irlandese, vuole catturare un'orca per riscattare, con il ricavato della vendita del cetaceo, il suo peschereccio. Riesce a catturare un esemplare femmina che uccide, ma il maschio, furibondo, inizia una vera e propria persecuzione ai danni di Nolan, distruggendogli la barca e la casa. Quindi lo sfida a un duello mortale tra i ghiacci, ove consumerà la sua vendetta sotto gli occhi atterriti dell'etologa Rachel.


I Giorni Dell'Orca
(Killers of the Wild)

Cast Eduardo Bertot, Andy Pruna, Carlos Zapata


Regia Robert Ryan


Sceneggiatura Jim Ambados


Data di uscita 1976


Genere Documentario

Trama

Il naturalista Andy Pruna, accompagnato da due compagni visibili nel documentario, Carlos Zapata e Eduardo Bertot, oltre che seguito ovviamente dagli invisibili operatori su terra (Robert J. Ryan e John Wilson) e sotto acqua (Andy Pruna e Chuck Nickl), si spinge lungo le coste della Patagonia alla ricerca dell'orca marina. Nonostante le indicazioni ricevute, il cetaceo reso famoso da diverse pellicole documentaristiche o a soggetto si fa vedere solo molto tardi e in atto di compiere stragi tra le foche. Mentre la spedizione viaggia sempre più verso Nord, in una natura molto probabilmente immutata da decine di millenni, incontra aquile e pinguini, leoni ed elefanti marini, animali del cielo e della terra. Tutte le specie vivono sotto un denominatore comune: la lotta per la sopravvivenza. Le battaglie tra gli aggressori esterni e quelle nell'ambito della stessa famiglia non sono mai fine a se stesse, ma, a differenza di quanto accade tra gli uomini o nel rapporto uomo-natura, finiscono quando finsice la loro provvedenziale funzione.















































The Killer Whale




Classificazione:

Ordine: Cetacea
Sottordine: Odontoceti (cetacei coi denti)
Famiglia: Delphinidae
Genere: Orcinus
Specie: Orcinus orca
Nome comune: Orca
Classificata da Linneo nel 1758

Caratteristiche fisiche dell'animale o standard:
Dimensioni: Maschio 5-9mt Femmina 4,6-8mt
Peso: Maschio 10t Femmina 7,5t
Età della maturità sessuale: Maschio 12-16 anni Femmina 6-10 anni
Durata della vita: 35-50 anni
Periodo di gestazione: 12-16 mesi
Lunghezza alla nascita: 2,5mt
Peso alla nascita: 180Kg
Periodo di allattamento: 15 mesi
Stagione riproduttiva: Primavera - Inizio Estate
Durata di immersione: 20 minuti
Profondità di immersione: -1000mt
Velocità di nuoto massima: 50 km/h

L'orca è il piu grosso dei delfinidi, e il piu identificabile. La sua colorazione la rende inconfondibile.
L'orca presenta una colorazione bianca sul ventre, nera sul dorso, interrotta solo da due macchie ovali, bianche, dietro gli occhi, e da una macchia allungata, detta sella, di colore grigio, posta dietro la base della pinna dorsale.
E' proprio la pinna dorsale a permetter la distinzione dei sessi nell'orca. Le femmine hannno una pinna a forma di falce, non molto alta, mentre i maschi hanno una pinna alta fino a due metri, posta in posizione eretta, di forma triangolare.
Le pinne pettorali sono completamente nere e di forma arrotondata.

Carattere e comportamento o vita e abitudini dell'animale:
L'orca è un delfinide cosmopolita; popola tutti i mari del mondo dall'equatore ai poli, sia vicino costa che in oceno aperto ma le popolazioni maggiormente studiate son quelle canadesi, norvegesi e della patagonia.
Una prima distinzione va fatta tra orche residenti e orche transienti. Le orche residenti sostano tutto l'anno in una zona ben precisa, spesso vicino costa, formando gruppi familiari numerosi (detti Pod) a gerarchia matriarcale. Le orche transienti invece si spostano molto, nuotando negli oceani, muovendosi singolarmente o in piccoli gruppi spesso composti da individui maschi.
Le orche si nutrono di tutto cio che sia vivo e capiti loro a tiro (che sia vivo non è proprio essenziale), quindi mangiano pesci (aringhe, salmoni, tonni), uccelli (gabbiani, pinguini) e altri mammiferi marini (foche, balene, capodogli).
Per ogni preda le orche adottano una strategia di caccia adatta, sia soliaria che di branco. Nel caso in cui la caccia richieda l'intervento del branco intero, si puo notare una elevata coordinazione tra gli animali, ottenuta grazie ad un sistema di comunicazione molto sviluppato basato su fischi, squittii e click.
Le orche residenti mostrano una elevata curiosità verso l'uomo, avvicinandosi spesso alle barche e sollevando il muso in modo da osservare cio che accade oltre il pelo dell'acqua. Sono inoltre capaci di grandi balzi fuori dall'acqua, che vengono usati per intimorire le prede, per stordirle, ucciderle, ma anche per puro divertimento e gioco.

I dialetti delle orche
Le orche dialogano tramite vocalizzazioni complesse formate da fischi, squittii e click. Cosa interessante è come le vocalizzazioni siano caratteristiche del pod di appartenenza dell'animale. In pratica ogni branco ha un suo dialetto specifico, che viene insegnato ai cuccioli, e che puo subire influenze da parte di pod vicini, qualora i componenti dei due branchi stessero a contatto per tempo sufficiente.