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mercoledì 16 aprile 2014

Divertiamoci

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martedì 18 gennaio 2011

Orca Vs Squalo Bianco: Chi avrà la meglio?

Cosa succederebbe se uno Squalo Bianco incontrasse un Orca? Chi avrebbe la meglio? Sicuramente sarebbe una lotta senza esclusione di colpi, tra il tanto rinomato predatore dei mari e la famigerata macchina assassina.
Ci sono molti articoli che riguardano gli incontri di questi due grandi predatori del mare, il più interessante (Focus- Febbraio 2010), documenta un attacco di un Orca ai danni di uno Squalo Bianco, al largo delle coste Californiane nelle Farallon Islands.
L'Orca attacca lo Squalo con una testata, che lo stordisce, e approfittando del momento di shock di quest'ultimo lo rovescia a pancia in su. Lo Squalo andando in panico, rilascia un ormone calmante, la Seratonina, che però lo paralizza e non lo fa reagire all'attacco dell'Orca, e dato che gli squali per respirare devono essere sempre in continuo movimento, muore per soffocamento. Alla fine l'Orca lo afferra e lo porta in superfice per mangiarlo, strappando a pezzi la sua carne.

Questo è uno dei tanti video riguardanti gli attacchi di un Orca ai danni dello Squalo Bianco

domenica 8 marzo 2009

Come fanno pace le orche!

In ogni famiglia che si rispetti ci sono degli screzi qualche volta. Anche in quelle delle orche assassine. Michael Noonan del Canisius College (Usa), osservando alcuni esemplari di questa specie in cattività, si è accorto che talvolta litigano e spesso le “discussioni” sono tra mamma e papà. Di solito, infatti, è la femmina a rincorrere il partner, che se la dà a pinne “levate”. Ma al contrario di quello che potrebbe sembrare dal nome, le orche non sono poi così aggressive con i loro familiari. I due litiganti, dopo essere stati lontani per qualche minuto, si riconciliano nuotando in modo sincronizzato uno a fianco all’altro e dopo una decina di minuti l’armonia torna a regnare nella vasca. È la prima volta che viene messa in luce la capacità di fare pace di questi grandi mammiferi marini, finora osservata solo negli scimpanzé e in altri primati.

lunedì 3 marzo 2008

Sos Orche


Il Wwf lancia l’allarme chimica al polo Nord

Roma, 19 dicembre – Allarme chimica al Polo Nord. L'Artico risulta una bomba tossica e a farne le spese sono le orche, che si aggiudicano il primato dei mammiferi maggiormente contaminati. L'Sos è stato lanciato dal Wwf, che ha reso noto i risultati inediti della ricerca condotta dall'Istituto Norvegese Polare (NPI).
Ricerche precedenti conferirono questo “onore” all'Orso polare, ma uno studio più recente rileva che le Orche hanno persino livelli più alti di pcb, pesticidi e di un ritardante di fiamma bromurato. I risultati si basano su campioni di tessuto adiposo sottocutaneo prelevati da Orche nel Tysfjord, un fiordo nella Norvegia artica. “Questo recente studio sulle Orche riconferma - ha detto Brettania Walzer, responsabile tossicologo per il Wwf Programma Internazionale Artico - che l'Artico è attualmente un serbatoio tossico. Il Consiglio dei ministri europeo deve accordarsi per la sostituzione di tutte le sostanze chimiche dannose con alternative più sicure ogni qualvolta queste siano disponibili”.
Di rilievo, per quanto riguarda le Orche, il ritrovamento di un ritardante di fiamma bromurato, perché, spiega il Wwf, diversamente dai pcb e dei pesticidi più nocivi, i ritardanti di fiamma bromurati più rischiosi non sono comunemente proibiti. Tali composti possono influenzare le funzioni neurologiche degli animali, il comportamento e la riproduzione. E tracce di questa sostanza sono state trovate anche nei test del sangue effettuati dal Wwf nell'ambito della sua campagna “Svelènati”.
“Le Orche norvegesi possono essere considerate - ha spiegato Hans Wolkers, ricercatore del NPI - come indicatori dello stato di salute del nostro ambiente marino. Gli elevati livelli di contaminanti sono molto allarmanti e mostrano chiaramente che i mari artici non sono puliti quanto dovrebbero essere, cosa che, in particolare, coinvolge gli animali al vertice della catena alimentare”, come le Orche che accumulano sostanze tossiche dalle specie predate.
Tali sostanze nocive si accumulano nel grasso sottocutaneo e in altri tessuti adiposi. Le Orche possono vivere fino a 40 anni e la loro longevità aggrava il rischio chimico. I livelli di sostanze chimiche tossiche aumentano lungo la catena alimentare, con un processo chiamato bioaccumulo, e sono più elevati per i predatori al vertice, come l'Orso polare. Le Orche possono muoversi a 50 km l'ora ed effettuare spostamenti di 120-160 km al giorno. I maschi raggiungono le sei tonnellate, le femmine arrivano fino a cinque. Il 70% dei grassi va nel latte e da qui l'allarme chimico si diffonde ai piccoli.
“La contaminazione delle Orche evidenzia - secondo Helen Bjornoy, ministro norvegese per l'ambiente - il risultato di un uso insostenibile di sostanze chimiche a livello internazionale. Si tratta di una delle più grandi minacce ambientali a livello mondiale. E' imperativo che Reach diventi uno strumento per fermare l'utilizzo delle sostanze chimiche più pericolose”.
E sulla scia della ricerca norvegese, il Wwf ha annunciato un nuovo monitoraggio, che ha preso il via a novembre, sulle Orche per valutare la presenza anche di un altro ritardante di fiamma bromurato chiamato deca-BDE, utilizzato nei materiali elettrici e rivestimenti domestici come i tappeti. I risultati sono attesi per il 2006.

mercoledì 20 febbraio 2008

Orche, le strateghe dei mari

Alcune orche dell’Antartide utilizzano una tattica molto scaltra per cacciare in gruppo: nuotando rapidamente creano delle poderose onde, in grado di scalzare dalla superficie delle placche di ghiaccio le foche, le loro prede favorite.
Questo tipo di comportamento fu osservato per la prima volta nel 1979, ma fu considerato come un fatto isolato e legato a un’unica orca. Ora, invece, Ingrid Visser dell’Orca Research Trust (Nuova Zelanda) è stata in grado di osservare altri sei comportamenti di caccia del tutto simili a quello registrato nell’ormai lontano 1979.
Le orche osservate da Visser e il suo team cacciano isolando le loro prede su sottili piattaforme di ghiaccio. Dopodiché, nuotando in formazione, creano una forte onda in grado di spazzare in acqua gli animali che avevano trovato rifugio sulla placca di ghiaccio. A questo punto le prede non hanno più scampo dalle possenti mandibole delle orche.

Un comportamento di questo tipo è stato unicamente osservato nella Penisola Antartica e in nessun’altra parte del mondo. I risultati dell’interessante ricerca sono stati da poco pubblicati sulla rivista scientifica Marine Mammal Science, che raccoglie articoli di etologi, naturalisti e biologi sui cetacei.
Le orche hanno da sempre incuriosito i ricercatori per le loro strategie di caccia. Nel 1970 alcuni etologi osservarono per diverso tempo un’orca che aveva elaborato una machiavellica strategia di caccia. Giunto sulle coste dell’Argentina, il grande mammifero marino fingeva di essersi arenato a pochi passi dalle spiagge. La visione del pericoloso animale in difficoltà rendeva meno inquiete le foche, che proseguivano così la spola tra la spiaggia e le acque dell’oceano. Quando una foca era sufficientemente “a tiro”, l’orca si animava improvvisamente mordendo al collo la propria preda per poi scivolare rapidamente sott’acqua. Il mammifero marino riusciva a coordinare le proprie battute di caccia con le maree, così da non rischiare mai l’effettivo spiaggiamento.

Le orche sono animali estremamente intelligenti e, secondo la ricerca di Visser, sarebbero in grado di insegnare con dedizione alle nuove generazioni le tecniche di caccia più efficaci, compresi i trucchi del finto spiaggiamento e dell’onda per travolgere le prede sulle placche di ghiaccio.


Scritto da anecòico

sabato 16 febbraio 2008

Tecniche di caccia

Le orche sono animali fortemente sociali, e la caccia coinvolge tutto il gruppo. Il tipo di prede dipende dalle abitudini del gruppo: popolazioni dette residenti, sono stanziali e si nutrono essenzialmente di pesci; le transienti invece cacciano soprattutto mammiferi marini come foche, leoni marini e addirittura cuccioli di balene. Durante la caccia le transienti diventano molto silenziose, per cogliere di sorpresa le loro prede, ma l'attacco è ben coordinato e ogni individuo ha un preciso ruolo. Rientrano nella loro dieta anche pinguini e altri uccelli marini.

Alcune popolazioni hanno sviluppato delle tecniche peculiari di caccia. Ad esempio le orche argentine si radunano in febbraio di fronte alle spiagge dove si riproducono i leoni marini per cacciare i cuccioli ancora inesperti. La tecnica è semplice: un individuo nuota di fronte alla spiaggia con la pinna dorsale ben visibile sopra la superficie del mare facendosi quindi notare, un altro individuo tenendosi sott'acqua, incrocia dalla direzione opposta. Se ci sono cuccioli distratti che riposano sulla battigia, l'orca che si è tenuta nascosta, con una impressionante rapidità, nuota verso la spiaggia cercando di catturare la preda. In ques'impresa l'animale si spiaggia, ma con decisi movimenti del corpo scivola indietro riguadagnando il mare e portando con se l'eventuale preda.

mercoledì 23 gennaio 2008

L'Orca

Fino ad oggi abbiamo parlato molto in generale del più temibile e feroce ma anche il più affascinante cetaceo che possiamo trovare negli oceani e mari di tutto il mondo: L'Orca (Orcinus orca).
Io non sono nè una scienziata nè una biologa, ma soltanto un'amante di questi cetacei quindi proverò a spiegarvi più in dettaglio la morfologia, il carattere e il comportamento di questo magnifico animale.
Come prima cosa, iniziamo con il dire che è un animale appartenente alla classe Mammiferi, ordine Cetacea, sottordine Odontoceti appartenente alla famiglia dei Delphinidae, il suo nome scientifico è Orcinus orca e viene chiamato comunemente Orca. La su classificazione risale al 1758 grazie a Linneo.


Cominciamo con il dire che l’Orca è uno dei più grandi predatori marini: può raggiungere i nove metri di lunghezza e le cinque tonnellate di peso. È uno dei cetacei più veloci e resistenti, capace di fare apnee molto lunghe a profondità notevoli (1000m).

Ha una corporatura massiccia, possente e muscolosa; la sua colorazione a panda è inconfondibile: nero brillante sul dorso e bianco candido sul ventre con una netta linea di demarcazione; Presenta una macchia temporale bianca dietro gli occhi e una striscia dietro la pinna dorsale chiamata sella, diversa per ogni Orca e consente agli scienziati di identificare i singoli esemplari; anche la faccia inferiore della coda è bianca.

Alla nascita la colorazione bianca appare gialla o arancio e mantiene questa colorazione fino ad un anno di età. Le Orche hanno un dimorfismo sessuale, infatti, maschi e femmine differiscono nella figura e formato del corpo. La prima differenza si presenta nel periodo della pubertà (tra i 10 e i 15 anni) quando i tassi di accrescimento maschili aumentano e le appendici (pinne pettorali, la pinna caudale e la pinna dorsale) cominciano a ingrandirsi.

Come adulto, il maschio può pesare quasi il doppio della femmina, fino a 6 tonnellate o più, benché possano soltanto essere alcuni piedi più lunghi. Mentre le differenze nel formato sono maggiori. La pinna dorsale è una delle caratteristiche più evidenti: nei maschi è alta fino a 1,8 m e ha un profilo triangolare; nella femmina, invece, la pinna raggiunge al massimo i 90 cm ed ha una forma falcata.

Il formato della pinna dorsale del maschio rispetto alla dimensione corporea è il più grande nei cetacei, ed è relativamente grande anche per le femmine.

Le altre appendici, le pinne pettorali e le alette della pinna caudale, inoltre differiscono fra i maschi adulti e le femmine. Sia le pinne pettorali che le alette della coda del maschio sono sproporzionatamente più grandi che nelle femmine. Nel maschio la grandezza delle alette della pinna caudale sembra essere più uno strumento di locomozione, dato che nei maschi più grandi le alette della pinna caudale cominciano ad arricciarsi verso il basso perdendo così alcune delle loro capacità nel nuoto.

Questo mammifero ha 40 – 50 denti robusti disposti su due arcate.

Come abbiamo detto, l’Orca è un delfinide cosmopolita perchè è in grado di vivere davvero ovunque, a tutte le latitudini e ad ogni profondità ed essendo il cetaceo più diffuso la si può trovare in tutti gli oceani del mondo.

Durante l'estate l’Orca giunge verso la banchisa polare, a sud o a nord, dove caccia fra i banchi di ghiaccio galleggianti, infatti sembra prediligere le zone costiere e le acque più fredde dove la varietà di prede è maggiore.

Le popolazioni maggiormente studiate sono quelle canadesi, norvegesi e della Patagonia.

La popolazione di Orche Norvegesi, si ciba principalmente di pesci ed è facile osservarla tra novembre e dicembre nel Nord Atlantico, dove, ogni inverno, le aringhe si trasferiscono nelle acque profonde e fredde dei fiordi per rallentare il loro metabolismo e preservare le energie prima di migrare 1000 chilometri più a Sud, dove deporranno le uova. Le Orche della Norvegia sono simili a quelle del Canada le quali si cibano di salmoni. Ogni branco ha un leader che è la femmina più anziana, la prole composta da giovani maschi e femmine restano nel gruppo, mentre i maschi adulti, talvolta, abbandonano il branco anche se talvolta possono ritornare ed essere nuovamente accettati. Analoga gerarchia è adottata dalle orche della Columbia Britannica, queste, come abbiamo detto, si cibano di salmoni che catturano durante il periodo di bassa marea. Talvolta gli animali più esperti emergono con il salmone in bocca ed invece di mangiarlo lo cedono ai più giovani. Una delle loro prede preferite, oltre ai salmoni, sono le balenottere minori.

A differenza di quelle Norvegesi e quelle Canadesi, le Orche della Patagonia adottano diversi modi di cacciare; infatti alcuni esemplari, molto spesso i maschi, si spingono addirittura sulla spiaggia per catturare i cuccioli di Otaria, ed una volta catturata la preda, la porta alla femmina ed ai piccoli che lo attendono al largo. Quest’ultimi, prima di cibarsene, giocano con il pinnipede, seguendo forse una lezione di apprendimento delle tecniche che dovranno eseguire in futuro.

Le Orche non sono tutte uguali, ma si distinguono in due grandi gruppi: Orche residenti e Orche Transienti. Le Orche residenti sostano tutto l'anno in una zona ben precisa, spesso vicino costa, formando gruppi familiari numerosi (detti Pod) a gerarchia matriarcale. Mostrano un’elevata curiosità verso l'uomo, avvicinandosi spesso alle barche e sollevando il muso in modo da osservare ciò che accade oltre il pelo dell'acqua (spyhopping). Sono inoltre capaci di grandi balzi fuori dall'acqua, che vengono usati per intimorire le prede, per stordirle, ucciderle, ma anche per puro divertimento e gioco.

Le Orche transienti invece si spostano molto, nuotando negli oceani, muovendosi singolarmente o in piccoli gruppi spesso composti da individui maschi.